2. Adulti in difficoltà

2.1 PRONTO INTERVENTO SOCIALE

Attivazione del servizio.

Il servizio può essere attivato in diversi modi:

  1. su segnalazione di un cittadino (parente, vicino di casa, o altro)
  2. su segnalazione della Asl o di altra Struttura Pubblica
  3. su segnalazione delle forze dell’ordine

Erogazione del servizio

Il servizio di Pronto Intervento Sociale viene erogato attraverso una struttura esterna ai Servizi Sociali Comunali (Cooperative Sociali, Associazioni di Volontariato o altra Struttura del Terzo Settore convenzionate con i Servizi Sociali Comunali) , organizzata con una centrale operativa telefonica ed un gruppo di operatori con unità mobili ”su Strada” per l’intercettazione e la presa in carico immediata. Il Servizio è teso ad assicurare un intervento tempestivo su 24 ore (e per un periodo non superiore alle 48 ore), a persone che si trovino in condizione di non potere o saper far fronte a situazioni impreviste e imprevedibili di disagio estremo. Il Servizio fornisce un intervento immediato d’”emergenza”, per il soddisfacimento dei bisogni primari di vita, per poi passare il caso ai Servizi Sociali Comunali per un intervento per la progettazione di un intervento a sostegno della persona.

Il Servizio inoltre collabora con I Servizi Sociali e le Forze dell’Ordine per interventi sociali in esecuzione di disposizioni del Tribunale dei Minori (es: allontanamento di un minore dalla famiglia, ricerca di un minore scappato da casa o da struttura residenziale di accoglienza, etc.)

I Servizi Sociali (Assistenti sociali, Psicologi e/o altri operatori) lavorano in stretta interazione con il PIS, e possono attivarsi reciprocamente. Ad esempio il PIS segnala ai Servizi Sociali dei casi che si sono verificati nei fine settimana e di notte o di cui, per altro motivo, sono stati informati prima dei Servizi Sociali, oppure sono questi ultimi a richiedere un loro intervento per situazioni urgenti di estremo disagio di cui sono venuti a conoscenza (cittadini, vicini, parenti, Asl o altra Struttura).

Esempi:

  • un barbone viene collocato temporanea ad opera del PIS in una struttura di prima accoglienza, per una situazione di emergenza venutasi a creare di notte o nei fine settimana e poi gira il caso ai servizi sociali per la definizione di un intervento più strutturato.
  • I Servizi sociali chiedono al PIS di andare da una persona che viene cacciata di casa a seguito di una lite, e si trova in stato confusionario
  • I servizi Sociali chiedono l’intervento del PIS per cercare un anziano che si è allontanato di casa, in condizioni di parziale autonomia psico-fisica
  • I Servizi sociali chiedono l’intervento del PIS per allontanare un minore da un contesto familiare inadeguato ed inserirlo in una struttura
  • I Servizi sociali chiedono l’intervento del PIS per un anziano inserito in Casa di Riposo, che litiga continuamente con gli altri ospiti della stessa
  • I Servizi sociali chiedono l’intervento del PIS per cercare una struttura residenziale sul territorio per l’inserimento di un minore o di un disabil

Dopo l’emergenza in cui interviene il Pis, il caso passa ai Servizi Sociali che fa un’indagine per valutare la situazione (ad esempio per capire perché l’anziano litiga con gli altri ospiti della casa di riposo, o capire i motivi per cui la ragazza scappa di casa e quindi predisporre un intervento con la famiglia etc.) e definisce un progetto.

Quasi sempre ci sono comunicazioni scritte, è richiesta formalizzazione, ma talvolta anche solo una telefonata.

2.2 INSERIMENTO LAVORATIVO

Attivazione del servizio.

Il servizio può essere attivato in due modi:

  1. Un utente fa una richiesta specifica di orientamento rispetto alla ricerca di lavoro
  2. L’assistente sociale propone un intervento di inserimento lavorativo in base alla valutazione di una situazione di disagio dell’utente (es: persona in cerca di prima occupazione, o di nuova occupazione, difficoltà economiche, disabile)

Erogazione del servizio

In questo ambito di intervento l’assistente sociale informa l’utente sulle diverse opportunità presenti:

  • Consulenza e orientamento lavoro: per persone in cerca di prima occupazione, o di nuova occupazione, per ex – detenuti, attraverso le Agenzie per il lavoro (Centro per l’impiego, COL etc.)
  • Assegno Civico: per cittadini residenti nel territorio Comunale privi di una occupazione, che si trovino ad affrontare una situazione di disagio sociale, portatori di handicap, anziani, soggetti deboli, ecc. L’utente svolge un attività di servizio civico (ad esempio: assistenza all’uscita delle scuole elementari, collaborazione all’interno degli uffici Comunali, su scuolabus, accompagnamento anziani, supporto nel disbrigo di pratiche negli Uffici Pubblici) dietro compenso mensile (€ 250, per 3 giorni settimanali). L’assegnazione avviene tramite Bando Pubblico, l’utente presenta domanda e viene stilata una graduatoria in base alla situazione socio-economica dei richiedenti.
  • Le liste di mobilità (per lavoratori in uscita dalle Aziende)
  • Outplacement (strumento di supporto psicologico e professionale per il passaggio del lavoratore da un’Azienda ad un’altra)
  • La formazione professionale, (Attraverso gli enti di Formazione professionale e gli strumenti finanziari quali il Fondo sociale europeo – obiettivo 3 e i fondi del Bilancio regionale vengono erogati corsi di formazione professionale di base e continua)

Se si tratta di attività legate a Bandi Pubblici, gli assistenti sociali (o gli altri operatori sociali dei Servizi Sociali, si occupano di pubblicizzarli e raccogliere le domande dell’utenze) e gestiscono i rapporti con gli Entri e le strutture che potrebbero inserire delle persone (quasi sempre si tratta di persone che erano già seguite dai Servizi Sociali)

2.3 INSERIMENTO IN STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI DI TIPO FAMILIARE O COMUNITARIO: CASA FAMIGLIA, COMUNITÀ ALLOGGIO, COMUNITÀ DI PRONTA ACCOGLIENZA

Attivazione del servizio

Il servizio può essere attivato in diversi modi:

  1. la persona un suo familiare, si recano al Servizio Sociale per richiedere l’inserimento in una strutture residenziale, o più semplicemente per richiedere aiuto rispetto ad un problema di natura psico-sociale
  2. i Servizi Sociali (assistente sociale e/o psicologo) che eventualmente già seguono la persona o la sua famiglia per altro tipo di servizio gli propongono questo tipo di intervento
  3. su segnalazione del DSM della Asl che ha la persona (in caso di disagio psichico e di persone con problemi psichiatrici o che hanno terminato l’esperienza di comunità e per i quali è a rischio il rientro all’interno della famiglia o del contesto sociale di appartenenza)
  4. su segnalazione del PIS (Pronto intervento sociale) per persone di cui hanno avuto segnalazione e per quali abbiano fatto un intervento d’urgenza (ad esempio nei casi di donne vittima di sfruttamento e/o violenza, ex-detenuti in situazione di difficoltà o ex dipendenti da alcol e/o droghe)
  5. su segnalazione delle forze dell’ordine (ad esempio nei casi di donne vittima di sfruttamento e/o violenza, ex-detenuti in situazione di difficoltà o ex dipendenti da alcol e/o droghe)
  6. su segnalazione di un familiare, un parente, un vicino, o altro cittadino (in questo caso l’assistente sociale procederà ad una prima valutazione attraverso un colloquio con questa persone, verificando il grado conoscenza e/o parentela con la persona e cercando un modo per avvicinare l’utente; di solito infatti il Servizio Sociale non contatta direttamente l’utente ma cerca nella sua rete socio-familiare qualcuno che faccia da intermediario nel primo contatto)

Valutazione socio-sanitaria del caso

Il Servizio Sociale (assistente sociale, psicologo o altro operatore che si occupa della prima accoglienza) procede ad una valutazione della domanda dell’utenza attraverso colloqui personali con l’utente e/o la persona inviante ed il DSM della Asl (o lo psicologo del Consultorio) si occupa di una valutazione di tipo psicologico della situazione.

Partecipazione dell’utente alle spese del servizio

In alcuni casi i Servizi Sociali richiedono la partecipazione dell’utente o del suo nucleo familiare alle spese per l’erogazione del servizio (nel caso in cui ciò sia possibile; in ogni caso, in rapporto all’urgenza e alla gravità della situazione si procede comunque all’inserimento in struttura come nei casi di donne vittima di violenza o di persone sole in condizioni di disagio psichico o ex-detenuti). In questi casi si procede alla verifica dei requisiti economici (per valutare il grado di partecipazione dell’utente al pagamento del servizio), attraverso i documenti e gli strumenti di controllo utilizzati per tutti gli altri casi (dalle richieste dell’utenza di tipo strettamente economico, alle richieste di partecipazione economica alle spese per l’erogazione del Servizio)

Ricerca della struttura

I Servizi Sociali (di solito se ne occupa la parte amministrativa, oppure l’assistente sociale e/o lo psicologo) si occupano del reperimento della Struttura idonea ad erogare il Servizio (Struttura Comunale o del Terzo Settore nel territorio di competenza), direttamente o incaricando il PIS.

Organizzazione del servizio (estratto dal Piano Socio-assistenziale della Regione Lazio 2002-2004)

Le strutture di tipo familiare accolgono un massimo di 6 utenti, devono possedere i requisiti strutturali degli alloggi destinati a civile abitazione.

Le Comunità alloggio accolgono tra le 7 e le 20 persone adulte, in gruppi massimo di 10.

Le Comunità di pronta accoglienza prevedono un massimo di 20 utenti e devono essere caratterizzate da flessibilità organizzativa

Prestazioni/interventi erogati:

  • Accoglienza
  • Interventi di sostegno nel percorso di autonomia e di inserimento o reinserimento sociale.
  • Interventi di supporto per le vittime di violenze fisiche e psicologiche.

(da Piano Socio-Assistenziale Regione Lazio 2002-2004)

Per ogni utente inserito in struttura l’assistente sociale e/o lo psicologo dei Servizi Sociali e/o della Asl, insieme con gli operatori della struttura di accoglienza definiscono un progetto personale di autonomia e reinserimento sociale, gestito da questi ultimi.

Gestione amministrativa dell’attivazione del servizio

Il settore amministrativo del Servizio Sociale, o l’assistente sociale (nei casi di cui sopra, in cui segue tutte le attività del Servizio Sociale), segue la gestione amministrativa del servizio.

Monitoraggio del servizio

Durante il soggiorno presso la struttura, l’assistente sociale dovrebbe fare degli incontri periodici con l’utente e/o i suoi familiari (o altra persona di riferimento) per una valutazione dell’evolvere della sua situazione dal punto di vista socio- assistenziale, e nel caso di disagio psichico, il DSM della Asl dovrebbe fare dei controlli periodici dal punto di vista psicologico. In realtà molto spesso, per mancanza di risorse di tempo e risorse ciò avviene in maniera molto saltuaria.