Per un glossario dell’intervento psicologico

Una breve guida ad alcuni concetti teorico metodologici chiave dell’intervento psicologico secondo il modello dell’analisi della domanda ed il costrutto di collusione:

Analisi della domanda

L’analisi della domanda è una metodologia di intervento psicologico-clinico orientata a facilitare lo sviluppo di individui, organizzazioni e sistemi sociali, attraverso il miglioramento delle loro capacità di istituire una relazione di scambio con l’altro, sulla base dell’accettazione della sua diversità e della conseguente necessità di stabilire con lui un rapporto di conoscenza – basato sulla comunicazione – volto a comprenderne esigenze e aspettative.

Analisi dei cluster

L’analisi cluster è una tecnica statistica di riduzione dei dati che raggruppa casi o variabili in base a misure di similarità (Maxwell 1981)

Analisi emozionale del Testo (AET)

Metodologia di analisi volta alla comprensione dei processi di simbolizzazione affettiva reciproca dei contesti da parte di chi ad essi partecipa, attraverso l’analisi di testi raccolti con interviste individuali o di gruppo, o con la documentazione caratterizzante un’organizzazione o un problema (Carli, Paniccia 2002). Il processo di analisi viene realizzato attraverso i seguenti step: segmentazione del testo; rilevazione della ricorrenza di parole dense entro i segmenti; creazione di raggruppamenti di parole dense; disposizione di tali raggruppamenti entro lo spazio culturale; interpretare secondo specifici modelli psicologici il processo emozionale che caratterizza il contesto/problema studiato.

Analisi fattoriale

L’analisi fattoriale è una tecnica statistica di analisi multivariata che ha come obiettivo la riduzione delle variabili in esame, estraendo da un gruppo di variabili correlate fra loro un numero inferiore di fattori ortogonali – detti anche “variabili latenti” – che riproducano le correlazioni esistenti fra le variabili originarie. Costruisce, cioè, un modello a partire dai dati grezzi (Cattel 1965, Revenstorf 1986).

Cliente

Può essere considerato come colui che usufruisce, in maniera diretta-indiretta, di un prodotto-servizio scelto sul mercato. Rappresenta perciò, chi più di ogni altro può valutarne la qualità, costituendo perciò un importante interlocutore dell’organizzazione della modalità di erogazione dello stesso (Carli, Paniccia 1999).

Cultura organizzativa

Nei termini della teoria di riferimento (Carli, 1990, 1995, Carli e Paniccia 1999, 2002), la cultura locale esprime il processo collusivo specifico di una determinata organizzazione, ossia il sistema delle reciproche simbolizzazioni affettive del contesto di chi ad esso partecipa. Essa può essere rilevata attraverso la metodologia AET.

Domanda

Dimensione relativa alla richiesta di un prodotto-servizio, in funzione delle aspettative esplicite-implicite relative alle proprie esigenze, alle rappresentazioni del potenziale erogatore e prodotto-servizio e al valore aggiunto ottenibile. Rimanda quindi ad una dimensione di rapporto con un terzo, all’interno di un contesto ed in questo senso può essere considerata anche come una funzione attivatrice di processi collusivi.

Emozioni

Nella logica del modello individuo-contesto della collusione (Carli 1995), le emozioni possono essere considerate come modalità primitive di differenziazione del contesto, secondo grandi categorie emozionali che rimandano sempre a sistemi di relazione (ad esempio, amico-nemico, piccolo-grande, buono-cattivo) e che costituiscono la modalità primaria di stabilire rapporti con il mondo esterno.

Indicatori di Sviluppo Organizzativo

Gli Indicatori di Sviluppo Organizzativo derivano dall’interpretazione della cultura organizzativa e ne indicano le potenzialità evolutive (Carli, Paniccia 1999).

Intervento psicosociologico

I modelli di intervento psicosociologico per lo sviluppo organizzativo (Stella, Quaglino, 2002; Carli, Paniccia, 1981; Barus-Michel, Enriquez, Lévy, 2005; Dubost 1987) sono fondati sull’analisi dei processi consci e inconsci che influenzano il funzionamento di gruppi, organizzazioni e istituzioni e sono orientati all’intervento per il cambiamento di questi contesti sociali, secondo l’approccio della ricerca-azione di Lewin (Colucci, 2005).

Modello culturale

Un modello culturale è un sistema simbolico attraverso cui organizziamo e comprendiamo la realtà sociale. Esso è costituito da idee e pratiche culturali socialmente costruite e condivise, che si sono istituzionalizzate nella nostra vita quotidiana (Fryberg & Markus 2007). Queste idee e pratiche forniscono informazioni su come si dovrebbe essere, su cosa è giusto e sbagliato; formando e indirizzando l’esperienza individuale, attraverso un’azione diretta sui processi cognitivi, percettivi ed emotivi e sulla motivazione umana; definiscono cioè il senso che ognuno di noi attribuisce al proprio agire sociale, indirizzandolo in maniera specifica e differenziata. I modelli culturali, cosi radicati nella vita quotidiana da essere considerati naturali – l’unico modo possibile di vedere le cose – inducono a presumere (e talvolta pretendere) che tutti condividano tali idee e pratiche. La cultura di un oggetto sociale (i temi di cui parliamo e rispetto a cui agiamo) è il prodotto “storico” di idee, valori, credenze e pratiche, esplicite ed implicite, che emergono nel corso del tempo e ne sostanziano il funzionamento (D’Andrade 1981, 1995; Holland & Quinn 1987; Shore 1996; Sperber, 1985).

Parole dense

Si tratta di quelle parole che per la loro specificità rivestono particolare importanza all’interno dell’Analisi Emozionale dei Testi, dando informazioni sul processo collusivo espresso nel testo. In un testo, alcune parole sono particolarmente dedicate alla costruzione del senso, perché stabiliscono nessi: articoli, congiunzioni, verbi ausiliari etc.; altre posseggono caratteristiche di densità emozionale, che le caratterizzano come parole dense. Sono parole in grado di evocare emozioni a prescindere dalla loro collocazione entro la struttura narrativa del testo. Nell’analisi di un testo mediante la metodologia AET si destruttura il sistema narrativo del testo ed attraverso la rilevazione delle co-occorrenze di parole denso entro unità di significato lessicale (come le frasi) si procede ad evidenziare la struttura latente (corrispondente alla logica di funzionamento inconscio della mente) dei significati affettivi condivisi rispetto all’oggetto di analisi. L’interpretazione dei cluster di parole dense così ottenuti, fornisce elementi di comprensione utili ad elaborare modelli interpretativi dei fenomeni sociali oggetti di analisi (Carli, Paniccia 2002).

Processo Collusivo

Nei termini del modello di riferimento, il processo collusivo rappresenta la modalità emozionale con cui viene reciprocamente rappresentato il contesto da parte di chi lo condivide ed in base al quale si organizzano i rapporti e le azioni sociali al suo interno (Carli 1990, 1995, 2000).

Prodotto-servizio

Può essere inteso, secondo il modello della collusione, come il risultato dell’incontro tra la domanda di prodotto-servizio e la messa in atto delle tecniche e modalità di intervento tese a rispondere ad essa in funzione della comprensione del suo significato espresso e latente (Carli, Paniccia 2002).

Spazio culturale

È costituito dalla relazione tra cluster di parole dense attraverso cui si esprime la dinamica delle simbolizzazioni affettive del contesto che sostanziano il processo collusivo in esame. Al suo interno si possono individuare gli indicatori di sviluppo organizzativo (Carli, Paniccia 1999).

Spazio fattoriale

Rappresenta l’output grafico dell’analisi fattoriale. È uno spazio geometrico a n dimensioni, ortogonali tra loro, definito dagli n fattori risultanti dall’analisi delle corrispondenze multiple (Revenstorf, 1986).

 

BIBLIOGRAFIA

Barus-Michel, J., Enriquez, E., Lévy, A. (2005), Dizionario di psicosociologia, , Milano, Raffaello Cortina.

Carli R. Il processo di collusione nelle rappresentazioni sociali, in “Rivista di Psicologia Clinica”, IV, 3, 1990.

Carli R. Il rapporto Individuo-contesto, in “Psicologia Clinica”, 2, 1995.

Carli R. Culture giovanili, Franco Angeli, Milano, 2000.

Carli, R., Paniccia, R. M. (1981). Psicosociologia delle organizzazioni e delle istituzioni. Bologna, Il Mulino.

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D’Andrade, R. (1995). The development of cognitive anthropology. Cambridge, MA: Cambridge University Press.

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Fryberg, S. A., & Markus, H. R. (2007). Cultural models of education in American Indian, Asian American and European American contexts. Social Psychology of Education, 10, 213–246, doi: 10.1007/s11218-007-9017-z

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Matte Blanco, I. (1981). L’inconscio come insiemi infiniti. Saggio sulla bi-logica, Einaudi, Torino

Maxwell A.E. Analisi Multivariata nella ricerca sociale, Franco Angeli, Milano, 1981.

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Sperber, D. (1985). Anthropology and psychology: Towards an epidemiology of representations. Man, 20, 73–89, doi: 10.2307/2802222.

Stella, S., Quaglino, G. P. (2002), Prospettive di psicosociologia. Un’introduzione alle metodologie d’analisi e d’intervento nei gruppi e nelle organizzazioni, Milano, Franco Angeli.