Corsi di formazione sullo sviluppo locale

  1. La progettazione partecipata dello sviluppo locale
  2. La progettazione partecipata delle politiche pubbliche
  3. La governance locale partecipata
  4. La pianificazione strategica come strumento per lo sviluppo urbano sostenibile e partecipato
  5. Per uno sviluppo organizzativo degli enti locali e dei servizi locali: il cittadino al centro dei servizi pubblici locali

1- La progettazione partecipata dello sviluppo locale

Premessa

Il principale obiettivo dell’attivazione di un processo di progettazione partecipata dello sviluppo locale è rappresentato dalla creazione di apposite occasioni e contesti di condivisione e progettazione negoziata tra i diversi soggetti portatori di interesse (stakeholder) presenti nel territorio in cui si vuole intervenire (enti pubblici e para-pubblici, associazioni di categoria, soggetti del mondo economico-produttivo, associazioni, comitati e gruppi di cittadini, opinion leader), attraverso cui individuare obiettivi e strategie condivise per lo sviluppo territoriale sostenibile, autosostenuto e partecipato.

Programma

  • Le fasi di un processo di progettazione partecipata dello sviluppo locale: indagine-ascolto, discussione pubblica, elaborazione di strategie condivise
  • La prima fase: l’indagine-ascolto (mappatura dei principali stakeholder locali da coinvolgere e rilevazione delle loro opinioni rispetto al tema oggetto di intervento, individuazione di potenzialità e criticità presenti nel territorio rispetto agli obiettivi dell’intervento e definizione dei nodi critici da affrontare per la discussione pubblica e l’elaborazione di strategie condivise)
  • Strumenti e tecniche utilizzabili per la fase di indagine-ascolto: incontri di outreach, interviste semi-strutturate in profondità con i testimoni privilegiati del territorio e cittadini comuni
  • La seconda fase: la discussione pubblica (organizzazione di un incontro pubblico per la presentazione del progetto, di workshop e tavoli tematici per l’attivazione di un dibattito-confronto tra i portatori di interesse individuati nella prima fase per l’individuazione di visioni condivise e la definizione di interventi prioritari e messa a punto di una strategia comunicativa per informare l’opinione pubblica sulle attività svolte e gli indirizzi strategici messi a punto a partire dalla predisposizione di apposito materiale informativo basato sui risultati della prima fase di indagine-ascolto)
  • Strumenti e tecniche utilizzabili per la realizzazione della seconda fase: tecniche partecipative ed esperienziali di mappatura affettiva dei territori per lo sviluppo dell’identità locale, di visioning per la definizione di scenari futuri e di action planning per l’individuazione degli interventi da realizzare, di focus group e facilitazione visiva per la realizzazione dei tavoli tematici
  • La terza fase: l’elaborazione delle strategie di azione condivise (definizione di un quadro strategico condiviso, di medio-lungo periodo, in base a cui indirizzare l’azione di policy degli attori locali)
  • Strumenti e tecniche utilizzabili per la realizzazione della terza fase: laboratori di progettazione partecipata basati sulla tecnica GOPP (Goal oriented project planning), per la sistematizzazione delle idee e proposte emerse nelle precedenti fasi e la tecnica della SWOT analysis, per l’individuazione di punti di forza (strenghts), di debolezza (weaknesses), le opportunità (opportunities) e le minacce (threats) di una specifica questione o progetto.

2- La progettazione partecipata delle politiche pubbliche

Premessa

L’orientamento alla progettazione partecipata si basa su un presupposto della vita democratica, fondamentale ma spesso trascurato, secondo cui le decisioni politiche di carattere pubblico vadano prese sulla base di un confronto dialogico tra tutte le parti interessate dai loro effetti. Ciò implica la messa in discussione dell’idea che tali decisioni possano essere prese secondo una logica maggioritaria basata sulla conta dei voti. Esse richiedono invece la discussione argomentata tra tutti i punti di vista relativi al tema oggetto di policy, che consenta di pervenire a nuove rappresentazioni condivise rispetto ad esse, che orientino soluzioni concordate.

Programma

  • Le fasi di un processo di progettazione partecipativa delle politiche pubbliche: valutazione ex ante, progettazione del percorso, fase diagnostica, fase deliberativa, valutazione ex post
  • La valutazione ex ante: valutazione dell’opportunità e fattibilità dell’avvio di un processo partecipativo e dei possibili rischi ad esso connessi, individuazione delle risorse e dei vincoli presenti rispetto al tema della politica pubblica in esame, individuazione dei soggetti da coinvolgere (promotori del processo, attori coinvolgibili a scala locale-intermedia, istituzioni e società civile)
  • La progettazione del percorso: individuazione delle azioni da intraprendere in termini di comunicazione (stampa, radio, internet, incontri pubblici, etc.), di animazione (teatro di comunità, eventi a carattere comunitario-identitario, arte e narrazione pubblica, etc.), di consultazione (incontri di outreach, focus group, interviste, questionari, tavoli tematici, open space technology, EASW, giurie di cittadini, etc.), di empowerment (attività con le scuole, interventi con gli anziani, attività di progettazione condivisa, attività esperienziali-riflessive di gruppo, etc.), individuazione della modalità di coinvolgimento degli attori locali (metodo della porta aperta, selezione in base a criteri o selezione casuale) e definizione del cronoprogramma dell’intervento
  • La fase diagnostica: analisi partecipativa del contesto attraverso cui mettere in moto un processo di elaborazione di visioni condivise rispetto al tema dell’intervento, con la conseguente creazione di reti relazionali e capitale sociale, attraverso diversi strumenti quali forme partecipative di SWOT analysis, mappe di comunità, campagne di interviste e questionari, raccolta di materiali inerenti l’oggetto ed il contesto di intervento, community asset mapping
  • la fase deliberativa: attivazione di un processo di progettualità diffusa mediante tecniche partecipative quali brainstorming, focus group, tavoli tematici, open space technology, world cafè, metaplan, giochi di ruolo e simulazioni; verifica in itinere dell’intervento e individuazione delle priorità di intervento per la fase deliberativa vera e propria ed elaborazione di linee di indirizzo e raccomandazioni; deliberazione-decisione condivisa mediante diversi strumenti, quali le giurie di cittadini, i bilanci partecipativi o il metodo GOPP (Goal oriented project planning)
  • la valutazione ex post: valutazione partecipata del progetto, volta ad integrare la prospettiva tecnica dell’esperto con quella di chi ha partecipato direttamente al progetto, attraverso metodi quali indicatori statistici, questionari, interviste qualitative, brainstorming, open space technology

3- La governance locale partecipata

Premessa

La governance locale partecipata si realizza attraverso il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder di un territorio (pubblici e privati, locali e centrali, for profit e senza scopo di lucro, individuali e collettivi) alla progettazione e realizzazione dei beni e servizi utili al suo sviluppo economico e sociale e al miglioramento della qualità della vita delle comunità che li abitano. Essa si basa sulla valorizzazione della molteplicità di vedute e di interessi rappresentate da questi differenti soggetti, quale risorsa fondamentale per l’emergere di forme di sviluppo equilibrato e sostenibile, a partire dalle esigenze e potenzialità dei territori dal presupposto della fiducia reciproca quale fondamento per un lavoro comune di costruzione di scenari, obiettivi e strategie condivisi.

Programma

  • le fasi un processo di governance locale partecipata: individuazione e definizione dei temi oggetto di governance, individuazione della scala locale a cui si manifestano i fenomeni oggetti di governance; individuazione dei soggetti da coinvolgere; scelta dei metodi e strumenti per la regolazione della partecipazione; avvio e gestione di un modello di governance partecipata; verifica e miglioramento continuo del processo
  • individuazione e definizione dei temi oggetto di governance: scelta degli ambiti di intervento pubblico rispetto ai quali attuare un modello di governance locale partecipata (urbanistica, bilancio, trasporti, ambiente, sanità, sociale, formazione e lavoro, sviluppo economico, etc.), con messa a fuoco dei relativi vincoli di natura normativa ed economica e distinzione tra temi per i quali la partecipazione si declinerà in termini di informazione/comunicazione e consultazione/ascolto, e deliberazione attraverso collaborazione/coinvolgimento attivo
  • individuazione dei confini della dimensione locale a cui operare: delimitazione della scala territoriale a cui i fenomeni oggetti di governance impattano, per la scelta degli attori istituzionali e privati da coinvolgere nel processo, al di là dei meri confini amministrativi
  • individuazione dei soggetti da coinvolgere nel processo: analisi degli interessi in gioco nei diversi temi di governance scelti ed individuazione degli stakeholder di riferimento, in modo da coinvolgere nel processo pubblico tutti coloro che direttamente o indirettamente influenzano le decisioni di policy rispetto ai temi di governance e coloro su cui queste hanno effetto; oltre alla definizione di una funzione di facilitazione del processo
  • scelta dei metodi e strumenti per la regolazione della partecipazione: individuazione e predisposizione delle modalità più efficaci attraverso cui consentire un’effettiva inclusività e condivisione dei processi decisionali e gestionali di governance in relazione alla specificità dei diversi attori coinvolti (istituzionali, pubblici, privati, del terzo settore, cittadini, etc.), sulla base dei principali strumenti di gestione dei processi partecipativi (tavoli di lavoro tematici e generali permanenti, siti e data base open, cabina di regia/facilitazione, punti informativi e strumenti di ascolto, forum tematici, focus group, dibattito pubblico, sondaggi deliberativi, open space technology, EASW, planning for real, assemblee di cittadini, giurie di cittadini, consensus conference, luoghi e tempi del processo) 
  • avvio e gestione del processo di governance partecipata: progettazione, pianificazione e coordinamento delle attività da realizzare per lo svolgimento del processo mediante strumenti di project management (diagrammi di GANTT, WBS, OBS, PERT, CBS)
  • verifica e miglioramento continuo del processo: individuazione di metodi e strumenti di monitoraggio del processo secondo la logica PDCA (plan, do, check, act), loro pianificazione ed attuazione (individuazione di indicatori e strumenti di misurazione delle performance, interviste, focus group e questionari per l’ascolto degli stakeholder, risk analysis, analisi costi/benefici e costi/efficacia, SWOT analysis)

4- La pianificazione strategica come strumento per lo sviluppo urbano sostenibile e partecipato

Premessa

La pianificazione strategica costituisce un’attività volontaria messa in atto dai diversi attori locali pubblici e privati allo scopo di definire nuovi percorsi di sviluppo locale, attraverso l’individuazione condivisa di obiettivi, strumenti e modalità operative di medio-lungo periodo. Essa nasce per far fronte all’aumento di complessità dei processi di gestione socio-economica e ambientale dei contesti locali, in termini di frammentazione delle istituzioni pubbliche locali, di mancanza di corrispondenza tra territori e amministrazioni, di limiti delle risorse finanziarie e di nuove esigenze di trasparenza e responsabilità dei processi decisionali in rapporto ai cittadini, in relazione alle trasformazioni tecnologiche, economiche, politiche e sociali prodotte dalla “globalizzazione”. In tal senso essa rappresenta uno strumento fondamentale per la governance dello sviluppo urbano in chiave sostenibile e partecipata.

Programma

  • le fasi della costruzione di un piano strategico: individuazione di un team di pianificazione, analisi ex ante, analisi del contesto programmatico, analisi rischi/opportunità, definizione partecipata delle aree tematiche del piano, coordinamento con le azioni già in essere, strutturazione del programma
  • individuazione del team di pianificazione: figure di coordinamento e facilitatori
  • le analisi ex ante: delimitazione dell’ambito geografico dell’intervento, identificazione e analisi quali-quantitativa dei bisogni del territorio, analisi dei fattori che incidono su di essi, individuazione dei soggetti interessati
  • analisi del contesto programmatico: individuazione degli altri soggetti (pubblici e privati) che si occupano delle stesse tematiche e operano sullo stesso territorio, analisi delle risposte fornite (o che si stanno fornendo) ai bisogni oggetto di studio, e quali gli effetti che tali risposte hanno prodotto (o stanno producendo)
  • analisi rischi/opportunità: individuazione dei vincoli interni ed esterni, delle minacce e delle opportunità presenti rispetto ai temi oggetto dell’intervento
  • definizione partecipata delle aree tematiche del piano: condivisione delle analisi con tutti i soggetti coinvolti (cittadini, istituzioni pubbliche e private, attori economici privati), definire una gerarchia di bisogni su cui intervenire, individuazione dei progetti di comune interesse, definizione di obiettivi e linee guida per la realizzazione dei progetti (in questa fase si procede anche ad un’attività di formazione/informazione dei soggetti coinvolgi sulle tematiche oggetto del piano, per metterli nella condizione di partecipare consapevolmente al processo decisionale ed un piano di comunicazione relativo a tempi, modalità, procedure e forme della consultazione, strumenti per la divulgazione dei risultati delle consultazioni)
  • coordinamento con le azioni già in essere nell’area di intervento sugli stessi temi del piano: coinvolgimento degli enti e soggetti che hanno intrapreso o stanno avviando azioni di sviluppo sul territorio, allo scopo di definire politiche condivise (attraverso lo sviluppo di accordi e partnership, costituzione di un forum)
  • strutturazione del programma: sistematizzazione degli obiettivi e dei mezzi atti a conseguirli, all’interno di un quadro logico (logical framework), definizione delle azioni da implementare e dei relativi tempi di realizzazione, individuazione di indicatori di realizzazione, risultato e impatto per l’impostazione di un sistema di monitoraggio per l’implementazione del piano.

5- Per uno sviluppo organizzativo degli enti locali: i cittadini al centro dei servizi pubblici locali

Premessa

La messa a fuoco delle due dimensioni di prodotto e cliente quali elementi ordinatori dei processi organizzativi rappresenta un presupposto fondamentale per la definizione e realizzazione di percorsi di sviluppo organizzativo degli enti locali e dei servizi pubblici locali che consentano di superare l’impronta burocratico-amministrativa che li caratterizza e di recuperare pienamente il proprio significato sociale quale motore fondamentale dello sviluppo delle comunità locali. Questi due elementi rappresentano il presupposto per riorganizzare la produzione dei servizi pubblici locali in funzione di una concreta interazione con i loro fruitori (le comunità locali), a partire dallo sviluppo della capacità di comprenderne la domanda e di utilizzare le conoscenze in tal modo acquisite, quali parametri per la pianificazione e verifica della qualità dei servizi locali e dei sistemi organizzativi che li producono.

Programma

  • definizione e caratteristiche distintive dei servizi rispetto alla produzione di beni: immaterialità, eterogeneità, non immagazzinabilità, intrasferibilità, intangibilità, contestualità
  • la qualità dei servizi: qualità oggettiva e qualità soggettiva, aspettative e percezione dei servizi, orientamento al cliente, miglioramento continuo, indicatori di qualità dei servizi (competenza, affidabilità, reattività, accessibilità, comprensione, comunicazione, credibilità, sicurezza, cortesia, tangibilità)
  • i servizi pubblici locali come risposta ai bisogni della comunità locale rispetto alle nuove sfide della transizione energetica, dell’economia circolare, dei cambiamenti climatici, della rigenerazione urbana e delle smart city
  • la qualità dei servizi locali: dimensione economico-produttiva e di competitività ambientale e sociale, la logica del miglioramento continuo (modello PDCA di Deming, metodologia Kaizen e qualità totale), indicatori di qualità, i sistemi di gestione ISO 9001 per la qualità, la carta della qualità dei servizi, analisi degli stakeholder e approccio basato sull’analisi del rischio, organizzazione per processi, ascolto del cliente e comunicazione, accessibilità dei servizi locali, cliente (interno/esterno, diretto/indiretto) e prodotto (atteso e realizzato) dei servizi pubblici locali
  • la cultura organizzativa degli enti locali e delle aziende di servizi pubblici locali: dall’autoreferenzialità burocratico-amministrativa all’orientamento al cliente
  • la domanda dei servizi pubblici locali: centralità del cittadino e della comunità locale come cliente-utente, la comprensione delle esigenze del cliente-utente come elemento principale per l’organizzazione dei servizi
  • orientamento al cliente e sviluppo organizzativo: il circolo virtuoso della soddisfazione del cliente (miglioramento della conoscenza delle esigenze del cliente, definizione mirata dei servizi, aumento della soddisfazione del cliente, fidelizzazione del cliente, aumento della redditività, miglioramento dell’immagine aziendale, aumento degli investimenti in infrastruttura, mezzi e risorse umane, aumento della motivazione e soddisfazione del personale, miglioramento del rapporto con l’utenza), riorganizzazione in base a obiettivi, prodotti e clienti, processi, monitoraggio e miglioramento continuo
  • capire la domanda e valutare la soddisfazione del cliente per pianificare e verificare i servizi: indagini per la rilevazione della domanda di servizi e della soddisfazione del cliente (interviste, focus group, questionari, l’ufficio relazioni col pubblico, analisi quantitativa e qualitativa, la metodologia ServQual)

Durata dei corsi

16 ore

Modalità di realizzazione

I corsi saranno realizzati secondo una metodologia didattica di tipo esperienziale e partecipativa, volta allo sviluppo di specifiche competenze operative a partire dalla sperimentazione diretta e dalla riflessione condivisa dei partecipanti. Momenti di presentazione teorica si alterneranno ad esercitazioni pratiche di gruppo e role playing basati sulla definizione di un autocaso e a momenti di riflessione e rielaborazione condivisa delle esperienze.