Tra “tonalità” e “atonalità”: la musica come struttura

Secondo la teoria generativa della musica tonale di Lerdhall e Jackendoff (1983) nella percezione di un brano musicale vengono individuate delle strutture particolari utilizzate per la sua memorizzazione, indicate come strutture di prolungamento, legate agli aspetti di stabilità e instabilità propri dell’organizzazione strutturale della musica tonale (ritmo, melodia, armonia, intervalli, accordi, scale maggiori e minori ecc.), percepiti come successioni di tensioni e distensioni che producono analoghe sensazioni nell’ascoltatore.

Più complessa risulta invece l’analisi della musica atonale che non sembra essere strutturata secondo questa organizzazione gerarchica ma secondo un’organizzazione basata sui cambiamenti di timbro, accento, ritmo, accelerazioni, rallentamenti, addensamenti, rarefazioni, variazioni di intensità e che quindi risulta di più difficile comprensione per l’ascoltatore.

Secondo Ruggieri (1997) in questo tipo di musica verrebbe a mancare l’organizzazione prospettica costituita dalla tonalità, e quindi l’ascoltatore può vivere l’angoscia di uno spazio senza chiare strutture di riferimento, mentre nella musica tradizionale, la tonalità determinerebbe una sorta di prevedibilità dello sviluppo del percorso sonoro.

Imberty (1986, 1990) riprende l’analisi di Lerdhall e Jackendoff sulla percezione della musica come successione di tensioni e distensioni e in particolare pone l’attenzione sul ruolo della musica come organizzatore temporale di eventi, di tipo protonarrativo, nel senso che gli eventi sonori esprimono un’intenzione comunicativa senza un contenuto specifico.

Durante l’ascolto viene percepita la dinamica della musica, il movimento della melodia che sale, scende, si stabilizza, la sua progressione temporale in rapporto a quelle che definisce strutture di cambiamento e di continuità di un brano musicale, e alla sua organizzazione complessiva come macrostruttura.

Bibliografia

Imberty, M. (1986). Suoni, emozioni, significati. Per una semantica psicologica della musica. CLUEB, Bologna

Imberty, M. (1990). Le scritture del tempo. UNICPLI, Milano

Lerdahl, F. & Jackendoff, R. (1983). A generative theory of tonal music. The MIT Press, Boston, Massachusset.

Ruggieri, V. (1997). L’Esperienza Estetica: Fondamenti psicofisiologici per un’educazione estetica. Armando Editore, Roma.

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