L’analisi della domanda è una metodologia di intervento psicologico-clinico orientata a facilitare lo sviluppo di individui, organizzazioni e sistemi sociali, attraverso il miglioramento delle loro capacità di istituire una relazione di scambio creativo e costruttivo con l’altro, sulla base dell’accettazione della sua diversità e della conseguente necessità di stabilire con lui un rapporto di conoscenza – basato sulla comunicazione – volto a comprenderne esigenze e aspettative, allo scopo di produrre qualcosa insieme.
A tal scopo, essa opera attraverso il “qui e ora” della relazione tra psicologo e consultante (individuo, gruppo, organizzazione o sistema sociale) sul “là e allora” delle dinamiche relazionali vissute da quest’ultimo nel proprio contesto di vita o professionale, che sono alla base del problema da cui scaturisce la richiesta di intervento psicologico (Carli & Paniccia 2003).
Per promuovere lo sviluppo di individui, gruppi, organizzazioni e sistemi sociali, tale metodologia si basa sulla messa a fuoco e valorizzazione dei loro obiettivi di sviluppo – in rapporto ai rispettivi contesti simbolici – per poter indirizzare l’intervento psicologico allo sviluppo delle strategie relazionali ed emozionali migliori per poterli perseguire efficacemente.
In tal senso, l’obiettivo principale di questa metodologia diventa il recupero – da parte di colui che richiede l’intervento psicologico (individuo, gruppo, organizzazione o sistema sociale) della propria capacità decisionale (Grasso & Salvatore 1997), intesa come la competenza a definire obiettivi congruenti con le condizioni del proprio contesto e perseguirli efficacemente.
Elemento centrale, intorno a cui ruota l’intervento psicologico cosi configurato, sono le emozioni, intese come connotazione affettiva dell’esperienza soggettiva, che orientano all’azione secondo una logica opposta a quella dividente e specificante della razionalità, e tesa invece a creare simmetrie e generalizzazioni nell’esperienza soggettiva della realtà (condizione per cui gli opposti possono coincidere e la parte corrispondere al tutto), come ha ben chiarito lo psicoanalista cileno Ignatio Matte Blanco (1981) con la sua teoria della bi-logica mentale conscia-inconscia.
L’intervento psicologico cosi connotato, fornisce al consultante uno spazio relazionale entro il quale rielaborare il senso delle emozioni caratterizzanti la propria esperienza esistenziale, verso forme più congruenti con il perseguimento dei propri obiettivi di sviluppo.
Esso mira a favorire la conoscenza – da parte del consultante – dei modi attraverso cui egli organizza le proprie esperienze personali e professionali dal punto di vista emozionale e relazionale, allo scopo di valutarne l’efficacia rispetto allo sviluppo della propria capacità decisionale e predisporre degli adeguati cambiamenti di strategia rispetto ad essi.
Il primo passo di tale tipo di intervento è rappresentato dall’analisi – condotta insieme al consultante – delle dinamiche relazionali ed emozionali che quest’ultimo propone allo psicologo nel richiedere il suo intervento, che rimandano al come egli ritiene che dovrebbero andare le cose nel suo contesto di vita, in rapporto agli altri in esso presenti.
In un certo senso quindi, dietro ogni domanda di intervento psicologico ci sarebbe il tentativo di ripristinare – attraverso il coinvolgimento e l’intervento dello psicologo – un ordine delle cose (e delle relazioni) che il consultante ritiene ideale per la propria sopravvivenza, ma che risulta non più funzionare adeguatamente, per effetto di qualche mutamento nelle condizioni del contesto.
Tale analisi è quindi orientata ad aiutare il consultante a comprendere questo processo, per poter individuare e mettere in atto nuove modalità di rappresentazione emozionale dell’esperienza col proprio contesto simbolico di vita e con gli altri in esso presenti, allo scopo di sviluppare nuove modalità relazionali orientate ad uno scambio produttivo con l’altro che favorisca lo sviluppo reciproco e consenta di superare modalità di funzionamento relazionale orientate invece al controllo dell’altro per paura della sua imprevedibile diversità.
Riferimenti bibliografici
Carli R., Paniccia R. M. (2003), Analisi della domanda. Teoria e tecnica dell’intervento in psicologia clinica, Il Mulino, Bologna.
Grasso, M., Salvatore S. (1997). Pensiero e decisionalità. Contributo alla critica della prospettiva individualistica in psicologia, Franco Angeli, Milano
Matte Blanco, I. (1981). L’inconscio come insiemi infiniti. Saggio sulla bi-logica, Einaudi, Torino