In questo articolo viene proposta una riflessione di carattere metodologico rispetto al ruolo dei processi simbolici e culturali[1] implicati nella pianificazione e realizzazione dei progetti di sviluppo locale e alle modalità per gestirli efficacemente in funzione degli obiettivi individuati e condivisi nel processo di sviluppo.
Si tratta di un ragionamento di carattere generale sulla gestione dei processi di sviluppo locale in rapporto all’attivazione di relazioni di scambio, reciprocamente vantaggiose, con sistemi locali prossimi e distanti, secondo una logica di area vasta, sulla base dei loro specifici punti di forza e/o potenzialità di sviluppo.
La riflessione di sviluppa intorno a tre fasi operative in cui possono essere articolati i percorsi di sviluppo locale, individuando per ciascuna di essa obiettivi e strategie specifici per orientare i processi di rappresentazione condivisa dei territori ed i possibili percorsi di interazione tra diversi sistemi locali, secondo linee di sviluppo sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. Queste fasi costituiscono gli elementi di un processo reiterativo, di continuo approfondimento, lungo il quale si snoda il processo di pianificazione e realizzazione dello sviluppo locale, secondo una logica di miglioramento continuo[2].
Veniamo ora all’analisi dettagliata di ciascuna di queste tre fasi.
- Costituzione e sviluppo della rete di attori locali coinvolgibili nel processo.
Questa prima fase è caratterizzata dal momento istituente la relazione tra i potenziali attori dello sviluppo locale (amministratori locali, imprenditori, professionisti, lavoratori e rappresentanze sindacali, operatori sociali e culturali e cittadini) e dai successivi momenti di verifica della tenuta del gruppo di lavoro e delle modifiche al suo interno (cambiamento degli attori e cambiamento dei loro atteggiamenti e comportamenti rispetto al piano di sviluppo).
In questa fase è importante individuare adeguatamente le aspettative dei singoli attori rispetto al tema dello sviluppo locale ed il loro orientamento rispetto a possibili strategie ed obiettivi di sviluppo. In tal senso diventa decisivo analizzare la domanda attuale e potenziale di sviluppo locale, implicitamente o esplicitamente espressa dagli attori in gioco[3], allo scopo di individuare i modelli culturali che orientano le rappresentazioni del concetto di sviluppo e le strategie relazionali potenzialmente attuabili da questi attori entro il contesto simbolico che fa da sfondo al processo di sviluppo. In questo modo diventa possibile individuare possibili percorsi di sviluppo dei modelli culturali evidenziati, allo scopo di orientare processi di cambiamento culturale ed organizzativo utili a promuovere sistemi di relazioni tra gli attori volti al perseguimento di obiettivi di sviluppo locale reciprocamente condivisi e la messa in atto di adeguate strategie di partecipazione deliberativa[4].
- Condivisione delle conoscenze sulle potenzialità del sistema locale e definizione di possibili percorsi di sviluppo.
In questa seconda fase vengono individuati gli elementi in base a cui predisporre gli specifici interventi per lo sviluppo locale. Si procede all’analisi e condivisione della letteratura prodotta dagli Enti e Istituzioni interni o esterni ai diversi attori locali coinvolti rispetto allo sviluppo locale del territorio protagonista del progetto ed eventualmente si procede a produrre nuovi studi e ricerche mirate, allo scopo di rilevare la dotazione di risorse specifiche presenti nel territorio ed i suoi deficit.
L’adozione di una prospettiva sistemica nell’analisi di questi aspetti consente di individuare le interazioni tra i diversi aspetti positivi e negativi del capitale territoriale del sistema locale (capitale sociale, ambientale, cognitivo, insediativo, infrastrutturale, produttivo e relazionale) in base a cui individuare anche possibili processi causali dei deficit presenti ed elaborare scenari di sviluppo basati su un’interazione sinergica tra questi aspetti. Questa prospettiva sistemica può prendere forma attraverso l’utilizzo di una metodologia di analisi SWOT, attraverso cui procedere ad una mappatura dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e minacce presenti in questo contesto territoriale e delle loro possibili interazioni[5].
Dal punto di vista dei processi simbolico-culturali in gioco in questa fase, può essere utile procedere all’analisi delle auto-rappresentazioni del sistema locale promotore del progetto di sviluppo da parte dei diversi attori coinvolti in questo processo, attraverso l’analisi delle simbolizzazioni emozionali che orientano la percezione del proprio contesto territoriale e delle sue potenzialità da parte degli attori locali[6]. La conoscenza di questi elementi assume un valore strategico di fondamentale importanza nel guidare il processo di sviluppo locale perché essi orientano la formazione e la condivisione dei possibili scenari di sviluppo condiviso e le conseguenti azioni e interazioni possibili tra gli attori in gioco.
- Condivisione delle conoscenze sui sistemi locali con i quali poter interagire e definizione delle strategie di interazione.
In questa terza fase si procede alla condivisione e analisi della letteratura relativa al capitale territoriale ed al potenziale di sviluppo degli altri sistemi locali, prossimi o distanti, con i quali poter avviare dei percorsi sinergici sulla base di possibili integrazioni tra le reciproche potenzialità e sulla base di queste conoscenze si procede alla definizione di specifiche strategie di interazione e scambio con gli altri sistemi locali. Quindi il lavoro di tipo sistemico, da effettuare è quello di individuare possibili interazioni reciprocamente convenienti tra i pattern di punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce della rete di sistemi locali presi in esame, allo scopo di provare a definire ed avviare dei rapporti di scambio quanto più alla pari, evitando il rischio di relazioni squilibrate basate su diversi gradi di potere di negoziazione, situazioni di dipendenza o marginalità tra sistemi locali. L’obiettivo principale ed il prodotto di queste nuove partnership tra sistemi locali deve essere quindi volto a sviluppare nuove potenzialità ed opportunità, che i sistemi territoriali non riuscirebbero altrimenti a cogliere e sviluppare singolarmente.
In questa fase, analogamente a quanto visto rispetto alle auto-rappresentazioni del sistema locale, diventa strategicamente rilevante procedere all’analisi delle rappresentazioni reciproche degli attori locali dei sistemi territoriali in gioco. La comprensione dei processi simbolico-culturali in gioco nella costruzione sociale dell’immagine reciproca dei territori e delle loro possibilità di sviluppo, può fornire infatti elementi utili per individuare e mettere in atto specifiche strategie di sviluppo delle modalità relazionali tra i diversi attori e sistemi locali coinvolti, volte a modulare il diverso orientamento dei singoli attori verso comportamenti più o meno competitivi/cooperativi, che esitano in un diverso grado di raggiungimento di risultati reciprocamente convenienti. Questo tipo di conoscenza consente di individuare criteri interpretativi rispetto alle diverse modalità con cui gli attori in gioco riconoscono e valorizzano le specifiche potenzialità reciproche e alle diverse modalità relazionali da essi attuate reciprocamente, secondo modelli orientati in diversa misura allo scambio con l’altro, sulla base delle reciproche competenze, oppure al controllo dell’altro secondo logiche di potere ed appartenenza[7]. Inoltre l’individuazione degli elementi simbolici che costituiscono le specifiche culture locali[8] dei diversi territori può contribuire alla comprensione dei processi che hanno portato all’attuale configurazione del proprio capitale territoriale, in funzione degli specifici modelli culturali che hanno orientato il rapporto delle comunità con i propri territori nel corso del tempo. In tal modo l’analisi delle culture locali può contribuire all’identificazione di possibili indicatori di sviluppo culturale delle modalità di gestione di questo rapporto, che possono ulteriormente contribuire ad orientare le strategie di pianificazione e realizzazione degli interventi per lo sviluppo locale.
Gli elementi di conoscenza in tal modo acquisiti rispetto ai processi di natura simbolico-culturale implicati in ciascuna delle tre fasi sopra esaminate consentono di predisporre, attuare e monitorare specifiche azioni volte a promuovere i cambiamenti culturali e organizzativi necessari a consentire l’evolvere del processo di pianificazione dello sviluppo locale verso obiettivi di vantaggio reciproco per tutti gli attori coinvolti, secondo logiche di sostenibilità ambientale ed economico- sociale e di mettere in campo adeguate strategie per lo sviluppo di processi deliberativi di tipo partecipativo.
In tal senso diventa particolarmente importante l’attenzione posta alle attività di gestione e facilitazione delle relazioni tra attori e sistemi locali coinvolti e di monitoraggio e miglioramento continuo degli stessi, allo scopo di individuare e sviluppare adeguati incentivi materiali e simbolici in grado di coinvolgere gli attori locali nel complesso processo di esplorazione e negoziazione continua che caratterizza la realizzazione di progetti di sviluppo locale. Si tratta quindi, da parte dei consulenti coinvolti nel progetto, di impostare il proprio lavoro secondo una logica di consulenza di processo[9], orientata a promuovere le competenze degli attori coinvolti, attraverso una funzione consulenziale di tipo integrativa e non sostitutiva. Questo processo segue il tortuoso percorso verso l’individuazione delle strategie di cooperazione/competizione più adeguate per il raggiungimento di un risultato reciprocamente vantaggioso per gli attori in gioco.
Note
[1] Nello specifico, in questo testo, i processi simbolico-culturali verranno intesi secondo la prospettiva psicologico-clinica del costrutto della collusione di R. Carli, una teoria psicologica della relazione sociale basata sul ruolo della simbolizzazione affettiva. Per simbolizzazioni affettive, secondo questo modello, si intendono le rappresentazioni dei contesti simbolici condivisi, basate sul modo di essere inconscio della mente. Si vedano al riguardo Carli, R. (1990). Il processo di collusione nelle rappresentazioni sociali, Rivista di Psicologia Clinica, 3, 282-296 e Matte Blanco, I. (1981). L’inconscio come insiemi infiniti, Einaudi, Torino.
[2] Si vedano al riguardo Deming E. W., L’impresa di qualità. Torino. Isedi, 1982; Tanaka M., (1998). Il segreto del kaizen, Milano. F. Angeli; Imai M. (1992). Kaizen: Lo spirito giapponese del miglioramento. Il Sole 24 Ore. Milano
[3] L’analisi della domanda viene qui intesa nell’accezione dell’omonimo modello teorico elaborato da R. Carli, quale processo basato sull’esplorazione delle simbolizzazioni affettive agite entro la relazione tra cliente, committente e consulente di un processo di sviluppo locale. Detti processi simbolici, che secondo questa prospettiva costituiscono il fondamento delle relazioni sociali, possono essere rilevati attraverso la metodologia AET Analisi emozionale del testo, basata sullo stesso modello teorico. Si vedano al riguardo: Carli R., L’analisi della domanda, in “Rivista di psicologia Clinica”, 1, 1, 1987, pp. 38-53; Carli R., L’analisi della domanda nell’intervento psico-sociale, in “Il giornale degli psicologi”, 1, 1992, pp. 13-20; Carli R., Paniccia R. M. (2002), L’Analisi Emozionale del Testo. Uno strumento psicologico per leggere testi e discorsi, Franco Angeli, Milano.
[4] Si vedano al riguardo Allegretti G., e Frascaroli M. E., (a cura di), Percorsi condivisi. Contributi per un atlante di pratiche partecipative in Italia, Alinea, Firenze, 2006; Bobbio L. (a cura di), A più voci. Amministrazioni pubbliche, imprese, associazioni e cittadini nei processi decisionali inclusivi, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2004; Balducci, A. “La partecipazione nel contesto delle nuove politiche urbane”, in Bianchi D. e Zanchini E., Ambiente Italia 2001, Edizioni Ambiente, Milano, 2001, pp. 59-71; Magnaghi, A. “Dalla partecipazione all’autogoverno della comunità locale: verso il federalismo municipale solidale”, in Democrazia e diritto, n. 3, 2006, pp. 134-150; Gioioso G., 2007, La pianificazione strategica partecipata, http://www.comunicazione.uniroma.it/…/10.50.02_piani%20strategici.pdf; Mori L., La sfida della partecipazione, ovvero: immaginare cornici per conflitti, http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/1211816565814_mori3.pdf
[5] Rispetto alla metodologia SWOT Si vedano Armstrong, J. S. (1982) “The Value of Formal Planning for Strategic Decisions,” Strategic Management Journal, 3, 197-211; M.Grant R. M., (1999) L’analisi strategica per le decisioni aziendali, Bologna. Il Mulino; Sull’utilizzo della metodologia SWOT nella pianificazione strategica dei territori si veda Penasa P., Detassis M. (2005),La pianificazione strategica per le città: dalla teoria alla pratica, il caso di Trento. http://www.laboratoriourbano.tn.it/pianostrategico/documenti/03.pdf
[6] A questo scopo possono essere utilizzate specifiche metodologie di studio delle culture locali e delle rappresentazioni di oggetti sociali (quali i sistemi territoriali), come la metodologia ISO (Indicatori di Sviluppo Organizzativo) o AET (Analisi Emozionale del Testo) messe a punto dalla Cattedra di Psicologia Clinica della Facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con SPS Studio di Psicosociologia di Roma. Si vedano al riguardo Carli R. & Paniccia R.M., Psicologia della formazione. Bologna. Il Mulino, 1999; Carli R. & Paniccia R.M., L’Analisi Emozionale del Testo. Milano. Franco Angeli, 2001
[7] Si fa qui riferimento al modello delle relazioni sociali e della regolazione dei sistemi di convivenza secondo lo schema possesso-scambio, elaborato da R Carli e R. M Paniccia e articolato nelle diverse dinamiche emozionali del possesso, in termini di pretesa, controllo diffidenza provocazione, obbligo, lamento e preoccupazione. Si vedano al riguardo Carli, R. (2000). Introduzione. In: F. Di Maria, (a cura di.). Psicologia della convivenza. Soggettività e socialità. Milano: Franco Angeli; Carli R., Paniccia R. M. (2003), Analisi della domanda. Teoria e tecnica dell’intervento in psicologia clinica, Il Mulino, Bologna.
[8] Intendendo per culture locali, in relazione al modello della collusione di R. Carli, il processo di simbolizzazione emozionale collusiva che caratterizza un gruppo sociale nei confronti di uno specifico contesto, rilevante per il gruppo sociale stesso” (Carli R., Paniccia R. M., Di Ninni A. et al. la Cultura Locale dei Centri di Salute Mentale in Italia. Rivista di Psicologia Clinica, 3, 2008)
[9] Con riferimento al modello messo a punto da E. H. Schein. Si veda al riguardo Schein E. H., La consulenza di processo (2001) Raffaello Cortina Editore, Milano.